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by Ettore Maccopazza

Platone pensava che la scrittura fosse stata una maledizione per l’umanità. Se metti per iscritto qualcosa, poi non te lo devi ricordare e infine lo dimentichi. Pensava anche che il sapere non dovesse essere messo per iscritto. Solo informazioni futili dovrebbero essere scritte, mentre le dottrine davvero importanti dovrebbero essere trasmesse oralmente. E dovrebbero essere trasmesse solo agli iniziati.

Non so perché pensai a Platone. Ma non appena la conferenza di Perfetti finì, cominciai a chiedermi perché Perfetti stava cercando di proteggere una verità che non doveva essere rivelata ai non iniziati. Credeva davvero nel Serpente Nero? Sapeva davvero qualcosa che non andava rivelato?

Inoltre aveva detto che la leggenda del Serpente Nero non andava presa in senso letterale, ma piuttosto come una metafora. Una terra vuota non era una terra di vacuità. La terra può avere spazi vuoti, crepe, buchi, caverne. Sì, la metafora poteva indicare una caverna. Dopo tutto i tesori dei pirati non erano nascosti in caverne? E lo stesso Montecristo aveva messo il suo tesoro in una caverna segreta.

Queste erano le cose a cui pensavo, e più ci pensavo e più avevano senso per me. [Avevano molto senso per me]. Ma questi pensieri vennero subito interrotti da un’altra serie di idee. Che cosa facevano quegli olandesi alla conferenza di Perfetti? Che probabilità ci sono di trovarsi su un aereo per Singapore e di incontrarsi di nuovo ad una conferenza a Monaco? Mi stavano seguendo? Stavano cercando qualcosa? [Come ero finito due volte sul loro cammino? Che cosa avrei dovuto fare?]

Ero un po’ spaventato ma non avevo tempo di assecondare le mie paure. Altri pensieri presero il sopravvento. Questi olandesi conoscevano Audaghost, conoscevano la storia del Serpente Nero, conoscevano l’opera di Strasser e almeno uno di loro era apertamente antisemita.

[Aspetta un attimo.] I nazisti sono antisemiti, ai nazisti piace Strasser e la sua opera e i nazisti stavano ancora cercando il Serpente Nero per finanziare le loro attività.

“[Santo cielo,] Sono tornati! I nazisti sono tornati!”. E lentamente mi avviai verso casa.

2 thoughts on “L’Esca: Capitolo 10

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