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di Ettore Maccopazza

“Ci sei?”

“Sempre”

“Sono andato su Amazon”

“Lo so”

“Sei tu che ordini tutti i libri”

“Lo so”

“E pensi che io sia la chiave per risolvere questo enigma”

“Sì”

“Come posso risolverlo?”

“Non hai indovinato?”

“No”

“Abbiamo bisogno di te”

“Avete bisogno di me?”

“Sì”

“Ecco perché ti abbiamo coinvolto in tutta questa storia”

“Ma chi siete?”

“Siamo un’organizzazione privata”

“Puoi dirmi di più?”

“Sì”

“Dimmi, allora”

“Siamo un’organizzazione non-profit, fondata settant’anni fa”

“Come?”

“Con i fondi che erano stati messi da parte in un conto svizzero da un viaggiatore e filantropo”

“Strasser?”

“Sì”

“Non mi ero reso conto che fosse così ricco”

“Lo era dopo il suo viaggio in Africa”

“Allora ha trovato il Serpente Nero, come pensavo”

“No, non l’ha mai trovato”

“No?”

“No”

“E come fece a fare tutti quei soldi?”

“Andò ad Audaghost e con alcuni amici cominciò a scavare”

“Ma pensavo che nessuno avesse trovato Audaghost fino alla metà degli anni Sessanta”

“Nessuno ha riferito di aver trovato Audaghost fino alla metà degli anni Sessanta”

“Interessante”

“Ecco perché fu trovato poco ad Audaghost”

“Ah”

“Sì, Strasser trovò un tesoro abbastanza consistente, gemme, oro, monete d’oro, gioielli, avorio e armi preziose. Portò queste cose in Europa, ma non in Germania. Non voleva dare tutto l’oro a Hitler per finanziare la macchina da guerra tedesca. Portò tutto in Svizzera, vendette molti oggetti a collezionisti privati e depositò i soldi in un conto in banca a nome Leon A. Freecain”

“Perché?”

“Cosa ti sorprende tanto?”

“Il nome, perché scelse quel nome?”

“Perché Leo Africanus era una delle risorse che Strasser aveva usato per trovare la strada nel Sahara per raggiungere Audaghist. La parte Free Cain era stata aggiunta perché pensava che anche le persone malvagie, persone che, come lui, erano state responsabili di orrori, avevano diritto ad un’altra possibilità per redimersi”

“Era stato coinvolto in qualche atrocità?”

“No, però non si perdonò mai di aver scritto Die Neuzeit e di aver ispirato Hitler”

“Si conoscevano?”

“Sì e non andavano d’accordo. Hitler aveva paura che Strasser potesse rubargli l’attenzione pubblica e Strasser, bé, pensava solo che Hitler fosse un uomo pericoloso che avrebbe disonorato la Germania e il popolo tedesco”

“Interessante”

“Allora Strasser ha creato questa organizzazione per distruggere o almeno ridurre al minimo la quantità di male che il regime nazista stava perpetrando. Finanziò, in modo più o meno riuscito, gruppi d’opposizione, cercò di convincere l’aristocrazia nera a smettere di supportare il regime nazista e aiutò un po’ di gente a scappare dalla Germania. Dopo la guerra, e dopo la morte di Strasser, quest’organizzazione era ancora incredibilmente dotata. La nuova presidente che, credo, hai incontrato poco tempo fa, suggerì che questa organizzazione compisse un’ultima impresa prima di scomparire”

“Un’altra impresa?”

“Sì”

“Una buona, spero”

“Certo. La presidente decise che dovevamo fare qualcosa per onorare la memoria del nostro fondatore”

“Ed ecco perché avete pubblicato e comprato i suoi libri”

“No, ecco perché abbiamo cercato te”

“Me?”

“Sì”

“Che cosa dovrei fare io in questa storia?”

“Devi scrivere di Strasser”

“Ma io non sono uno scrittore”

“Ma sei un uomo di cultura e la gente stima la tua opinione, e sarebbe fantastico se qualcuno come te scrivesse che Strasser, dopo il suo viaggio africano, capì i suoi errori e cercò di riparare alle atrocità che erano state indirettamente giustificate, se non direttamente causate dalle sue opinioni espresse nei primi scritti”

“Sì”

“Ma io non ho mai scritto un libro”

“Proverai?”

“Sì, certo. Ci proverò”.