
by Ettore Maccopazza
Non è difficile capire perché la Timbuktu in cui si imbatterono gli esploratori europei nel XIX secolo fosse così drammaticamente diversa dalla città descritta da Ibn Battuta e Leo Africanus.
Timbuktu si sviluppò economicamente e divenne un importante centro di erudizione perché per secoli era stato un importante centro di commercio. I beni dell’Africa Nera, come l’oro, le spezie e le noci di Kola, erano barattate con il sale estratto nelle miniere di Toudeni e con i beni importati dalla regione mediterranea.
Tutto questo cambiò rapidamente. Le condizioni che avevano permesso a Timbuktu di diventare un importante centro di commercio, si vanificarono in pochi anni. Con la scoperta di vie transoceaniche, gli europei non dovettero più dipendere dal mercato africano per l’approvvigionamento di spezie. Le spezie potevano ora essere trovate e importate dall’Asia e dalle Americhe. A peggiorare la situazione, dopo che i marocchini saccheggiarono Timbuktu e distrussero l’impero Songhai nel 1591, nessuno si curò di rinforzare la sicurezza sulle vie Trans-Sahariane. [Le vie Trans-Sahariane] Queste divennero quindi molto pericolose perché le carovane potevano essere attaccate dai Pirati del Deserto.
Da ciò, con i crescenti rischi nell’attraversamento del Sahara per ottenere beni che potevano essere trovati più facilmente ed economicamente da altre parti, i mercanti non ebbero più incentivi ad avventurarsi nel deserto e a raggiungere Timbuktu. Ecco perché, non appena il volume delle transazioni economiche diminuì, il passato di grandezza e gloria di Timbuktu svanì rapidamente nel nulla.
Grazie.
La risposta del pubblico fu molto calorosa. Mi era stato detto che Perfetti era un intellettuale molto popolare, che le sue conferenze erano importanti eventi mondani, e che i suoi libri vendevano bene, ma non mi sarei mai immaginato una cosa del genere. Il suo discorso fu seguito da almeno ottocento persone. [Fui molto fortunato a trovare un posto vicino ad una bella donna asiatica.] Ma ora la folla stava impazzendo. Applaudirono peralmeno quindici minuti e Perfetti esibì l’intera gamma delle espressioni da Prima Donna del suo repertorio. [Storse le labbra, alzò il sopracciglio, fingendo di essere imbarazzato e impreparato per una tale reazione. Tuttavia tutte queste mosse, queste parole, questi sospiri, questi falsi tentativi di calmare la folla servivano solo ad agitare una folla già agitata.]
Infine chiese se ci fossero domande.
“Caro professor Perfetti, grazie per la sua brillante conferenza. Posso chiederle di discutere a grandi linee alcune questioni che ha appena menzionato di sfuggita?”
“Certo”
“Bene, lei ha detto che Timbuktu ha una delle più grandi biblioteche del mondo”
“Sì”
“Che fine hanno fatto quei libri? Sono ancora a Timbuktu?”
“No, non sono più là. Sono stati presi dai marocchini nell’incursione del 1591. Alcuni di quei libri sono stati distrutti, alcuni persi, alcuni venduti al mercato spagnolo”
“Lei crede che siano ancora in Spagna?”
“E’ possibile”
“Grazie”
“Prego. Altre domande?”
“Professore” disse una voce che riconobbi subito come il giovane olandese che avevo incontrato sull’aereo per Singapore “nella sua conferenza ha detto che il passato di grandezza e gloria di Timbuktu alla fine svanì nel nulla”
“Sì”
“Bè, non crede che fosse dovuto alla sorte di Audaghost?”
“Sì”
“E come spiega il fatto che Audaghost fosse la più ricca città nella regione, situata tra due grandi centri di erudizione che sono sopravvissuti in un modo o nell’altro fino ai giorni nostri, ed eppure sia scomparsa senza lasciare tracce?”
“Questo non è totalmente vero. Recenti scavi archeologici hanno trovato le mura della città di Audaghost”
“Di quella che è ritenuta essere Audaghost”
“Sì, esatto”
“Ma non è del tutto sicuro”
“Non del tutto, certo”
“Non crede sia strano?”
“Che cosa?”
“Che una città così incredibile, ricca, sviluppata, sofisticata scompaia”
“Bé, non è andata proprio così”
“Cosa intende?”
“Audaghost fu abbandonata nel XVII secolo, ma a quel tempo aveva già perso tutti i segni della sua passata grandezza. E lasciando perdere tutto questo, se bisogna credere alle leggende africane la città era stata maledetta”
“Maledetta?”
“Era stata maledetta dal Serpente Nero quando il patto tra Dio e l’uomo era stato infranto”
“Professore?”
“Sì”
“Lei crede davvero nel Serpente Nero?”
“Dunque, se mi sta chiedendo se credo che alcuni serpenti siano neri, la mia risposta è sì. I serpenti giarrettiera, come tutti sanno, hanno la pelle marrone e nera. Se mi sta chiedendo se credo che Audaghost sia stata maledetta, la mia risposta è ancora sì. La quantità di piogge è diminuita drammaticamente, la regione si è desertificata, le risorse principali di benessere sono scomparse, quindi sì, è stata di certo maledetta dal cambiamento di clima e dall’indigenza. Se mi sta chiedendo se Audaghost si è imbattuta nella cattiva sorte a causa di una maledizione lanciata da un serpente nero con sette teste, la mia risposta è no. Non credo in questa storia. Così come non credo in serpenti con sette teste. E’ una bella storia ma non fornisce un accurato resoconto di ciò che successe davvero”
“Ma Strasser” disse un’altra voce che avevo già sentito.
“Strasser era un lunatico, un folle, un buffone, la sua opera è spazzatura pseudo-scientifica. Ha investito considerevoli somme di denaro per finanziare le sue spedizioni africane e non ha mai trovato quello che stava cercando”
“Quindi lei non crede nel Serpente Nero?”
“No”
“Non crede nella storia di Strasser?”
“No”
“Non crede che Audaghost possa essere trovata?”
“Audaghost è stata trovata e là non c’è nulla”
“Quindi non crede che il passaggio per il mondo sotterraneo possa essere trovato ad Audaghost?”
“No, assolutamente no. E’ una sciocchezza, una sciocchezza bella e buona”
“Ma Strasser credeva…”
“Non mi interessa che cosa Strasser credesse o non credesse. Io credo nella scienza e il lavoro di Strasser non ha valore scientifico. E questa, per quanto mi riguarda, è la fine della storia”.
E con queste parole la conferenza di Perfetti era finalmente finita.