
di Riccardo Pelizzo
Nel villaggio vicino al fiume, due giovani si sposarono e andarono a vivere insieme. L a donna stava in casa e l’uomo lavorava nei campi.
Dopo un anno circa, l’uomo cominciò a rincasare sempre più tardi, ed assere sempre più taciturno e più infelice.
La donna temendo di essere la causa di tanta infelicità, andò dallo stregone del Villaggio a chiedere consiglio.
«Mio marito torna a casa stanco e triste dal lavoro, sono forse io la causa della sua tristezza?» chiese la donna.
«Segui tuo marito, senza farti vedere, e osservalo mentre lavora nei campi, osservalo per giorni, e capirai cosa lo rende triste.»
La donna ringraziò lo stregone e l’indomani, senza farsi vedere, seguì il marito nei campi.
Arrivato vicino al fiume, il marito si spogliò delle vesti, si tuffò nel fiume, e sparì nelle acque, da cui riemerse qualche tempo dopo un grande ippopotamo. I coccodrilli, che si erano scaldati per bene sulle rive del fiume, si gettarono in acqua e attaccarono l’ippopotamo. Seguì una lotta feroce. I coccodrilli mordevano l’ippopotamo che di tanto in tanto, quando riusciva, li prendeva in bocca e li scaraventava lontano. La lotta fu così violenta e spaventosa, che la giovane donna si dimenticò del marito scomparso nell’acqua.
Non appena la lotta terminò, i coccodrilli si ritirarono sulle rive del fiume e l’ippopotamo tornò ad immergersi nelle acque tranquille, da cui riemerse, tutto bagnato, il marito della giovane donna.
Per giorni la donna seguì il marito e per giorni osservò la stessa scena. Ma non disse nulla. Finché una sera, vedendo il marito coperto di ferite, gli chiese conto di quello che aveva visto al fiume.
L’uomo disse che una antica maledizione lo costringeva a trasformarsi in ippopotamo e a lottare con dei coccodrilli che non poteva uccidere e da cui non poteva essere ucciso. Motivo per cui era così stanco e triste.
«Non posso vincere, ma non posso essere sconfitto» disse l’uomo con profonda tristezza.
La donna tornò allora dallo stregone a cui raccontò ciò che aveva veduto e aveva udito.
«C’è solo un modo per aiutarti» disse lo stregone. «Ma è rischioso» avvisò.
«Sono disposta a tutto» disse la giovane.
«Va bene» disse lo stregone con un cenno del capo.
L’indomani la donna accompagnò il marito al fiume, questi si spogliò e si tuffò in acqua, come era suo solito. Lo stregone diede alla donna una pozione e la invitò quindi a tuffarsi. La donna si spogliò, si tuffò e dalle acque emersero due grandi ippopotami. Quando i coccodrilli li attaccarono, furono sconfitti. Gli ippopotami rimasero signori del fiume, che da allora è conosciuto come la baia degli ippopotami.
I due giovani non conobbero più né stanchezza né tristezza, ma in questo modo persero anche la capacità di riprendere la forma umana.

2 thoughts on “LA BAIA DEGLI IPPOPOTAMI”
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A volte, per amore, le persone sono pronte a fare qualsiasi cosa — persino rinunciare a se stesse.
E’ VERO,hai ragione