
di Riccardo Pelizzo
Si narra che un tempo i babbuini passassero le loro giornate seduti sulle rive del fiume, a farsi beffe degli altri animali che si avvicinavano timorosi all’acqua.
La gazzella, la zebra, il facocero, il leopardo e perfino il leone si avvicinavano al fiume con grande circospezione.
«Come sono buffi!» commentava un babbuino.
«Mi fanno proprio ridere» diceva un altro.
«Sono proprio ridicoli» diceva un terzo.
E giù tutti a ridere a crepapelle.
Un giorno lo sciacallo, che di tutti gli animali è quello più furbo, si avvicinò ai babbuini e disse pressappoco così:
«Il leone è vecchio, e presto sarà costretto ad abdicare. Nell’intera savana, non vi è alcun animale abbastanza coraggioso da diventare re. Molti animali hanno paura della propria ombra e tutti hanno il terrore dell’acqua. Solo voi babbuini siete coraggiosi. Io credo che se uno di voi si avventurasse nelle acque del fiume, proverebbe di avere la stoffa di un re.»
I babbuini discussero a lungo, fino a quando uno decise di entrare nel fiume. Scese in acqua, ed incurante di quello che la corrente portava alla sue spalle, si voltò verso la riva quasi a vantarsi dell’impresa compiuta.
Fu allora che un coccodrillo gli si avvicinò e lo morse, mozzandogli la coda e pelandogli il fondo-schiena.
Per questo si dice che a giocare con i pericoli si rischia la pelle (e il fondo-schiena).
2 thoughts on “I babbuini”
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A volte la paura non è debolezza, ma saggezza.
e’ vero